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Oggi più che mai, SCONSIGLIAMO, l’invio postale dei cd: costi alti e feedback inesistenti
Lo dicemmo anni addietro ad una edizione del MEI cosa sarebbe successo, figurando metaforicamente “la fine” che avrebbero fatto le demo postali con l’immagine che vedete qui sotto. Ormai regna l’autoproduzione, il fai da te su youtube… Se si vuole fare un tentativo, economico ed indolore, cercate un indirizzo email ed inviate un mp3
Spedire genericamente una demo a “BMG RICORDI, via Berchet 2, 20121 Milano” (tanto per fare un esempio) può voler significare aspettare settimane o mesi in mezzo alla corrispondenza della BMG e rischiare in seguito di finire nelle mani di una persona non “adatta” all’ascolto del vostro prodotto.
Per velocizzare i tempi occorre specificare all’attenzione di chi si sta mandando il proprio supporto sonoro e per saperlo è quasi sempre sufficiente (quasi, perché si troverà anche la segretaria poco disponibile) fare una telefonata al centralino della casa discografica e chiedere il nome di chi ascolta le demo.
Le multinazionali e majors (VIRGIN, EMI, WEA…) hanno spesso nella propria struttura più discografici che ascoltano il materiale pervenuto e per esempio la SONY si suddivide in “Classical”, “Epic” e “Columbia”…
Noi vi forniamo il nome di alcuni referenti, ma occorre sapere che vi è all’interno delle case discografiche una girandola continua di produttori, che spesso variano ruolo all’interno dell’azienda, quando non capita che cambino l’azienda stessa. Quindi, scusate se ci ripetiamo, prima di spedire informatevi telefonando.
Prima di presentarsi però bisogna capire l’entità del proprio prodotto, valutare cioè se è “da major” o “da indipendente”.
Genericamente rientrano negli interessi delle majors i generi pop, cantautoriale, musica leggera, poprock (rock e dance a volte), brani con caratteristiche “commerciali” ovvero con un target di pubblico ben definito, con sorità e arrangiamenti vicini agli standard radiofonici e con prospettive di vendita da 20-30.000 copie in su.
Per quello che riguarda le indipendenti il discorso è un po’ più aperto: difficilmente in futuro sentirete passare i vostri pezzi su qualche network e le 20.000 copie sarebbero già un buon successo, ma potreste fare musica etnica, jazz sperimentale, jungle o hard rock, heavy metal e avreste delle possibilità di essere presi in considerazione.
Una ulteriore possibilità è quella di contattare un produttore indipendente. Se riuscite a farlo “innamorare” del vostro progetto, sarà lui l’intermediario con l’etichetta e questo è vantaggioso per due motivi: per prima cosa saprà chi può essere maggiormente interessato al vostro genere musicale, probabilmente poi conoscerà di persona il referente della casa discografica. Capite bene che le chances aumentano notevolmente: avete un signor biglietto da visita.
Tenete anche in considerazione che quasi sempre il produttore indipendente è un musicista e quindi può aiutarvi eventualmente a rendere maggiormente “presentabile” il vostro prodotto.
Mi raccomando! Scrivete il vostro nome e il vostro recapito ovunque: sulla busta, sulla copertina e sopra la vostra cassetta o cd (non con una punta altrimenti il cd si rovina). Tra i cassetti di chi ascolta demo, circolano centinaia di nastri ed è molto facile sbagliarsi “appoggiando” un cd sulla scrivania, aprirne un altro, lasciarli un po’ lì, perchè si deve fare un’altra cosa e non sapere più quale sia la “confezione” corrispondente.