Si chiama favoritismo, nepotismo, amichettismo, clientelismo, casta, AUMMA AUMMA: sempre le solite facce, sempre quella sensazione di impotenza dell’italiano medio “non ce la farò mai”: i casting non esistono
SCENARIO 1 – CANTANTI, AUTORI E OSPITI A SANREMO: oltre al fatto che pochi autori della casta Major fagocitano la maggior parte dei brani, oltre al dover digerire una massiccia percentuale di cantanti dei talent (tra i giovani il 100%) e influencer, a un certo punto spuntano i soliti noti Giallini, Santamaria, Papa-Leo & Compagnia Ballandi. Ma allora è vera quella storia delle banche che danno soldi solo a chi li ha già? E che piove sempre sul bagnato?
SCENARIO 2 – SOLO GRANDI SUCCESSI: è lo slogan di molte radio. Domanda sul paradosso: come fa una canzone a diventare un successo se prima non viene programmata?
SCENARIO 3 – VITA DA CARLO: ora, io lo capisco che se sei uno famoso e giocoforza dopo decenni di carriera hai tanti amicolleghi e inizi la lavorazione di un nuovo film non è facile: ti scrivono e chiamano in 200, tutti vogliono entrare nel cast e tu ti trovi di fronte a parenti, amici di parenti, figli di amici di parenti o addirittura a gente che in passato ti ha fatto un favore. Me lo sono chiesto: “Io al posto di un Carlo Verdone o Paolo Genovese che farei?”. La scelta più comoda è favorire gli amici ed è legittimo, perché la produzione è tua. Ma allora i CASTING a cosa servono? Ma allora perché il giro delle agenzie si divide in quelle CHIUSE (solo attori famosi) e APERTE ad aspiranti attori che investono in reel, booking, provini ecc. ma non hanno la minima speranza di arrivare?
SCENARIO 4 – DARLA: poi non stupiamoci con falsa ipocrisia se molti esasperati aspiranti artisti ricorrono all’unica via possibile per avere un’opportunità. W L’ITAGLIA!
